Pi-hole: recensione di un ad-blocker

Ah la pubblicità! Croce e delizia del web dell’ultimo decennio, fonte di sostentamento per chi lavora per produrre contenuti web e a volte al centro di polemiche per il controllo che gli stessi inserzionisti possono avere sugli argomenti dei contenuti su cui sono applicati. Ma oggi non parliamo di questo.

Un altro fenomeno si è venuto a creare a causa del proliferare della pubblicità sul web: la rincorsa, simile al gioco “guardie e ladri” tra le varie estensioni browser che tentano di bloccare la pubblicità sulle pagine web e i siti web stessi che tentano di riconoscere se una di queste estensioni è attiva mostrando un popup che nasconde il contenuto invitandoci a disabilitare il blocco. “Sembra che tu stia usando un ad-blocker!” vi dice niente?

Nell’ultimo periodo ho dunque testato un sistema un po’ diverso per bloccare le pubblicità durante la mia navigazione web: Pi-hole.

Principio di funzionamento

Le pagine web moderne sono un insieme di diversi contenuti multimediali (testo, immagini, video) scaricati da internet, possiamo immaginare dal server del sito web, ma spessissimo le fonti sono diverse, molte sono differenti dal server del sito che vogliamo visitare e alcune sono server di fornitori di pubblicità.

Il compito di Pi-hole è quello di “mettersi in mezzo” tra il nostro router e il mondo esterno “capire” se la pagina web sta tentando di scaricare contenuti da server pubblicitari e, nel caso, bloccare questi download. Il blocco dunque non avviene sulla pagina web, ma possiamo dire che in qualche modo avvenga “alla fonte” perché i contenuti indesiderati non vengono nemmeno scaricati.

Questo blocco avviene per tutta la rete di casa nostra, dunque beneficerà del blocco della pubblicità ogni dispositivo collegato alla rete di casa nostra, dove abbiamo installato Pi-hole.

Funziona davvero?

Sì o, meglio, dipende. Alcuni provider di contenuti pubblicitari sono al tempo stesso fornitori di contenuti che invece vogliamo visualizzare. Pensiamo ad esempio a YouTube che inserisce i proprio spot prima/in mezzo ai video. Questo tipo di contenuti non vengono bloccati da Pi-hole, poiché per bloccare la pubblicità bisognerebbe bloccare anche il contenuto “principale” rendendo impossibile la fruizione del sito web. Se vogliamo avere dunque una navigazione totalmente ad-free bisognerà in ogni caso tenere un’estensione installata sul browser.

Ma dunque perché dovrei tenere attivi due sistemi diversi di blocco della pubblicità? Il risultato netto è indifferente, il vantaggio è che bloccando gli scaricamenti della pubblicità prima che avvengano si rende la navigazione web più veloce, la percentuale di traffico bloccato non è trascurabile, in questi giorni di test il mio Pi-hole blocca tra il 23% e il 35% delle chiamate web che vengono effettuate sulla mia rete. Tantissimo! Possiamo dunque dire che utilizzeremo Pi-hole per bloccare tutta la pubblicità che è in grado di bloccare, lasciando all’estensione la parte residuale, se proprio vogliamo.

Alcune risposte ai dubbi che ho avuto

Questo articolo vuole essere una recensione, non una guida all’installazione perché cercando online si trovano una marea di guide fatte molto bene dunque evito di scriverne un’altra, ma provo ad aggiungere qualcosa che non ho invece trovato mentre mi informavo. Vi scrivo quindi ora alcune riflessioni e alcune risposte ai dubbi che ho avuto a cui ho avuto risposta solamente provando a installare il sistema.

Ho bisogno di un server

Questo sistema può essere installato su qualsiasi computer collegato alla rete, ma deve essere costantemente collegato in rete per funzionare a dovere (pena non avere il blocco attivo quando il computer su cui è installato Pi-hole è spento o scollegato). Avevo dunque bisogno di un piccolo server. Molte guide installano Pi-hole su un Raspberry Pi (forse il prefisso Pi nel nome del software poteva essere un indizio), ma usano tutti il modello “grande” di Raspberry, nessuno utilizza il più piccolo della famiglia, il Raspberry Pi Zero W che secondo me è il più adatto allo scopo per i seguenti motivi:

  • È piccolo
  • È economico (il più economico della famiglia)
  • Tra tutti i Raspberry è quello che consuma di meno (importantissimo visto che starà acceso 24/7)

Il mio dubbio era sulla potenza di calcolo di questo piccolino, sarà sufficiente per gestire tutte le chiamate che avvengono sulla mia rete oppure potrebbe essere un collo di bottiglia per la velocità della mia connessione?

Risposta: sì è abbastanza potente, anzi, ne avanza pure. Io vi consiglio dunque di utilizzare questo kit per cominciare, dove potete trovare tutto per partire con il vostro Raspberry senza acquistare materiale aggiuntivo, dovete solo utilizzare un vostro cavo micro usb che sicuramente avrete in casa.

Kit Raspberry Pi Zero W consigliato.

Vale la pena?

Un altro dubbio che avevo era se valesse veramente la pena installare un sistema del genere, se avrei notato dei benefici rispetto all’utilizzo di una delle moltissime estensioni client di blocco della pubblicità.

Posso dire di sì. Il caricamento dei siti web è migliorato notevolmente (soprattutto, ovviamente, di quelli zeppi di pubblicità) dunque posso ritenermi soddisfatto della scelta.

Conclusioni

Per oggi mi fermo qua. Penso di avervi spiegato a grandi linee il funzionamento di questo sistema e quali siano i vantaggi e gli svantaggi. DI guide sull’installazione ne trovate moltissime così come di spiegazioni più dettagliate sul sistema di funzionamento se siete curiosi.

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Raspberry Pi – Unboxing

Qualche giorno fa vi avevo annunciato che a breve avrei messo le mani su un Raspberry Pi. Bene, nei giorni scorsi l’oggetto è stato consegnato e ho preparato per voi un piccolo video di unboxing.

Spero vi piaccia e che vi faccia rimanere sintonizzati su queste pagine per conoscere tutti gli update su questo fantastico aggeggino!

 

Raspberry Pi: tra poco nelle mie mani!

Un paio di anni fa avevo parlato del Raspberry Pi (QUI e QUI), un minicomputer con architettura ARM. Finalmente tra poco sarà nelle mie mani!

Ho effettuato l’acquisto ieri su Amazon, dunque entro la prossima settimana mi verrà consegnato a casa.

Se volete procedere anche voi all’acquisto il “pacchetto” che ho comprato io è:

Raspberry Pi modello B, case trasparente ed SD SanDisk da 8 Gb. Mi sembra così di aver coniugato bene il prezzo, la qualità delle componenti (occhio soprattutto ai case, leggete le recensioni dei clienti, alcuni costano molto poco, ma non sono di qualità soddisfacente) e la velocità di spedizione, avendo scelto tutti prodotti se non venduti perlomeno spediti da Amazon.

Per ora ho fatto a meno di acquistare l’alimentatore, ne riciclerò uno di un vecchio cellulare (si alimenta con una microUSB!) dopodiché valuterò se sia il caso di procurarmene uno dedicato.

Questo era solo un piccolo annuncio, appena lo avrò tra le mani scriverò qualche articolo per raccontarvi cosa ci ho fatto, visto che al momento ho qualche idea, ma nulla di ancora ben delineato sullo scopo che può avere per me questo aggeggio.

Rimanete collegati! :^)

Build di Archlinux per Raspberry PI e case made in Italy

Continua l’entusiasmo per il progetto Raspberry PI. In attesa di poterci mettere le mani sopra (i primi esemplari sono andati esauriti in poche ore e si stanno aspettando nuove disponibilita`) tutta la comunita` open source si sta attivando per rendere questo aggeggino qualcosa di utile.

La prima notizia che vi voglio dare oggi e` che dal sito del progetto e` possibile scaricare un port su ARM di Archlinux creato dagli sviluppatori della distribuzione (quindi si tratta di un port ufficiale) appositamente per Raspberry PI. Il download vi fara` ottenere direttamente un’immagine per schede SD.

La seconda notizia e` che l’italiano Marco Alici ha creato un case per Raspberry e ne sta aspettando il prototipo. Potete trovare tutti i dettagli e seguire gli aggiornamenti sul suo blog.

Molto bene, c’e` parecchia carne al fuoco. Direi che l’attesa per l’effettiva disponibilita` dell’aggegino sale di giorno in giorno.

Raspberry Pi: il minicomputer ARM

Da pochi giorni è in vendita (ed è già esaurito) il minicomputer Raspberry Pi, che potete vedere nella foto qui accanto. Questo minicomputer è stato sviluppato dall’omonima fondazione per promuovere lo studio dell’informatica.

La macchina si basa su un’architettura ARM e verrà venduto in due versioni: model A con una sola porta USB e model B con una porta USB aggiuntiva e una scheda di rete ethernet. Il prezzo delle due versioni è rispettivamente di circa 25 e di 35 $.

Abbiamo in dotazione poi 256 Mb di RAM, un’uscita video HDMI e l’uscita audio. Niente hard disk, ci si affida al boot da scheda SD, che farà le veci del disco rigido.

Chi lo ha avuto tra le mani dice che funziona molto bene, io,sinceramente, tenterò di procurarmene uno appena possibile per smanettarci un po’. Ovviamente scriverò su queste pagine una recensione dettagliata della mia esperienza.

Potete trovare informazioni utili (e anche gli indirizzi per acquistare l’aggeggino) sul sito ufficiale del progetto.